I ricordi dove li dobbiamo conservare?

In una scatola celata in un cassetto o in una mensola colpita ogni giorno dalla luce del sole?

Dobbiamo fare una cernita tra quelli belli e quelli dolorosi?

Forse sarebbe meglio mischiarli e vedere se dal bianco e dal nero si può ottenere una sfumatura di grigio, sempre che non si sia daltonici, come spesso accade quando il ricordo, vivo, aspro e pungente ti tocca da vicino, nella parte più intima di te.

Così, ti guardi intorno e ti sembra di avere qualcosa di pesante addosso che non ti lascia libera di camminare per quello che dovrebbe essere il tuo sentiero, per quanto in salita, scosceso, pieno di rovi, comunque la tua strada, in cui puoi incontrare mendicanti, artigiani e tanta altra gente, che può darti una mano oppure rallentare la tua corsa.

Così quella parte della nostro cervello dedicata alla memoria, diventa una arma a doppio taglio, da un lato ti aiuta ad andare avanti grazie alla rete che puoi  crearti con i tuoi ricordi,  ma dall’ altra possiedi dentro di te, qualcosa di affilato come lame che ti aspettano soltanto al varco della tua mente stessa.

Dovremmo avere un semplice interruttore per aprire questo circuito?

Voi cosa preferite? La scatola nascosta o la mensola piena di luce?  So per certo che la mia scatola è nel cassetto ma prende tantissima luce!