Da un po’ di tempo vanno di moda i “flash mob” ed i  “free hugs”! Al primo evento, forse, potrei partecipare, adunata veloce, rapido disperdersi, al secondo no.

Come se ci fosse una svendita di tenerezze, gente sconosciuta si abbraccia per strada. Con tutta la mia buona volontà non potrei proprio prenderne parte!

Si potrebbe andare incontro a spiacevoli inconvenienti, in primis il sudore altrui sulle tue membra, in secundis le mani di uno sconosciuto addosso, che non sai mai, dove possano fermarsi!

Un abbraccio deve essere meritato, gustato ed assaporato da quando ci si stringe a quando ci si lascia.

Ogni sua parte lo caratterizza, anche quella forza interiore che spinge ad adagiarti su un corpo che non ti appartiene ma che in quell’istante vorresti fosse fuso con te.

Non sto parlando di semplice attrazione sessuale, un abbraccio supera questi confini e si “pratica” senza remore anche tra eterosessuali.

Forse per questo è così bello farlo con le persone giuste, basta stare vicino ed ascoltare il silenzio ovattato del momento.

Io, come avrete capito, sono una sostenitrice accanita di questo gesto, chi mi conosce spesso si imbatte tra le mie braccia,  la trovo una forma di “comunicazione” necessaria, se tra due persone c’è del bene.

Ultimamente ne ho anche richiesto uno, è stato accolto e promosso, come immaginavo che fosse! C’era  la voglia di farlo e di assaporarlo, e di “conoscersi tra le braccia”.

Stare adesa ad un’altra persona, spesso mi nutre, forse perchè è un gesto materno, di protezione, che per qualche istante ti può piacevolmente allontanare da quella coltre di nubi nere che può offuscare l’orizzonte, per fortuna però, siamo a Palermo e spesso qui splende il sole!