Piazza Sant’Anna è tornata ai palermitani, io le polemiche che vanno contro il progresso non le ascolto, somigliano solamente a delle grida in lontananza di bambini capricciosi!

Il primo giorno, l’unica nota stonata erano i quattro cassonetti che erano venuti in evidenza, mancando la lamiera delle automobili, prontamente però sono stati subito tolti! Bravissimi.

Conoscete invece la storia molto più suggestiva ed importante che riguarda proprio lo stesso posto in cui erano rimasti i contenitori dei rifiuti? Dobbiamo tornare indietro nel tempo, e di tanto, fino ad arrivare alla fine del 1700.

Palermo tornata sotto il potere della Spagna, volle innalzare un monumento a Carlo III, il luogo scelto dove collocarlo era proprio Piazza Sant’Anna, la statua però era davvero “pomposa” tanto da essere ingombrante: aveva un basamento al quale si accedeva con cinque gradini, poi uno zoccolo marmoreo ai cui angoli c’erano inginocchiate tre donne che raffiguravano l’Eresia, l’Islamismo, e lo Scisma della Grecia. Su questo zoccolo c’era un piedistallo a pianta triangolare, infine nella parte sommitale arrivava Carlo III con una spada in mano destinata alle tre genuflesse, simbolo dei nemici del suo regno cattolico.

In quella piazza però, come oggi c’era vita, c’era il lavoro, c’erano i carri che passavano così nel 1779 fu trasferita al Foro Italico, vicino Porta dei Greci, in simmetria con la statua di Carlo II,  ma solo il sovrano cambiò domicilio e le tre povere donne inginocchiate finirono a Villa Giulia, disposte a semicerchio intorno al Genio cambiando “casa” e nome, infatti diventarono: Rabbia, Ira ed Invidia, sono andata a vederle un po’ di tempo fa.

Le tre donne hanno avuto una rivincita, infatti, loro esistono ancora, la statua di Carlo III è andata distrutta nel 1820 durante i Moti,  sulla “Strada Colonna” (Foro Italico).

Quante volte le abbiamo viste noi palermitani senza conoscere la loro storia?

Ringrazio sempre i miei fantastici libri scritti da Rosario La Duca che si incastrano magicamente con la nuova Palermo che sta facendo i primi passi.

(Nel bellissimo disegno, presente nel post, si capisce l’ingombro, quella a destra è la chiesa).