Questi sono i giorni in cui le due fazioni si dividono: Halloween o Festa dei Morti, una diatriba che si avvicina quasi all’eterna lotta tra “Arancina” o “Arancino” che corre ogni giorno tra Palermo e Catania, sono questioni importanti: mi è capitato personalmente di non mangiare subito una di esse perché ferma a discutere con un rappresentante della versione maschile, io a questo punto sarei anche pronta a disconoscere l’arancina a punta ma questo proprio è andare oltre.

Personalmente mi diverto a leggere quanto possa essere argomentato su Facebook al riguardo, certo per noi quando eravamo piccoli è stata dura, forse per questo ci viene poco naturale entrare in sintonia con una festa che abbiamo visto solo nei telefilm americani, soprattutto per chi è cresciuto a pane e telefilm come me, si lo so che non è una festa di origine americana ma tutti sognavamo di bussare come loro a quelle porte sottili di legno bianco lasciate sempre aperte al suono di  “Trick or Treat”, tradotto tristemente  in Italia con “Dolcetto o Scherzetto”.

Noi avevamo e abbiamo comunque i nostri dolcetti non dobbiamo neanche chiederli, c’è la martorana e la mitica pupa di zucchero, per gli amici Pupaccena, un tripudio di coloranti!

Comunque restiamo sempre lontani anni luce con tutta la buona volontà: anche Obama addobba la Casa Bianca in questi giorni, possiamo vedere cosa fare Matteo Renzi? Faranno anche la diretta su Youtube dalla White House, controlliamo che si dice a Palazzo Chigi? Gli americani credono davvero in tutto quello che fanno, voi immaginate se in Italia si facesse questo:

 

Forse è meglio neanche pensarci ma già immaginerei i commenti, soprattutto a Palermo: “Ma comu su cumminnate….arrivò Lorella Cuccarini…..”

Tornando alla Festa dei Morti, a casa Tudisco comunque questo problema praticamente non sussiste, quando ero piccola vedevo compagni di scuola ricoperti di giocattoli portati dai morti: noi niente, c’era il veto di mia nonna che risuonava per le pareti: “LA MORTE NON SI FESTEGGIA!” 

L’unico “lusso” permesso era una “Pupaccena” che portava mio padre, il capofamiglia poteva permettersi di fare uno strappo alla regola, da qualche città della Sicilia che aveva visitato per lavoro, restava qualche giorno integra, giusto il tempo di guardare la maestria di chi l’aveva realizzata per poi addolcire il nostro sangue…….

Ah dimenticavo, Buone #moffollette a tutti e non dimenticate questo tweet!