Nel 2001 Internet era ancora per pochi eletti, a Palermo, mancavano vere piazze virtuali che oggi sono i Social Network ma gli artisti invece erano come sempre attivi.

Immaginate cosa si sarebbe scatenato online se l’opera realizzata da Maurizio Cattelan fosse stata fatta adesso?

Avete capito a quale mi stia riferendo? Era l’estate del 2001 e sulle colline di Bellolampo apparve una scritta esplicita e chiara: “HOLLYWOOD”: nove lettere alte ventitré metri di una lunghezza complessiva di centosettanta metri. Palermo come Los Angeles, quasi un’ allucinazione per qualche visitatore occasionale

Ricordo che in giro, chi non si informava e non leggeva, credeva che stessero per girare un film, semplice e banale associazione di idee.

La scritta era invece frutto dell’ingegno creativo di Maurizio Cattelan, che da una vecchia intervista racconta: «Hollywood è già dappertutto. Basta accendere la TV o sfogliare i giornali: è un sogno che appartiene a tutti e può crescere ovunque, in Sicilia o da qualsiasi altra parte. Hollywood è un luogo dell’ immaginario, che non ha niente a che vedere con la realtà. In fondo è un oggetto piuttosto banale: nove lettere di lamiera, tirate su come viene, un’ ottantina di anni fa. È solo una palizzata di metallo. Ma a poco a poco quella scritta si è trasformata in un miraggio: è diventata una calamita per il desiderio. Non so se la mia Hollywood sia un’ opera d’ arte: forse è solo una cartina di tornasole per le nostre ossessioni».
Il progetto speciale è stato realizzato per la Biennale di Venezia del 2001 con il patrocinio della Città di Palermo e il contributo dell’azienda AMIA – Insieme per l’ambiente.

Cosa avreste detto oggi? Vi sarebbe piaciuto o sarebbe cresciuto il solito malcontento che mi fa venire in mente la solita parola che inizia per sfasci e finisce con allitti?