Se vivi in Italia è impossibile che tu non abbia sentito parlare dei Nutella Biscuits, se vivi in Italia è impossibile che tu non abbia provato a trovarne un pacco e sia rimasto deluso, almeno quattro volte, come me prima di poterne possedere uno.

Si sono scatenate intorno alla loro rarità le più grandi ipotesi complottistiche, poi una intervista di Repubblica ad Angelo Massaro, amministratore delegato della società di rilevazione Iri, ha chiarito, numeri alla mano, cosa stia succedendo dall’uscita sul mercato di questi biscotti.

In tre settimane sono stati venduti 57 milioni di biscotti, nella prima le confezioni vendute in Italia sono state 27 mila. Nella seconda sono salite oltre il milione e nella terza a un milione e mezzo: un totale di 2,6 milioni di confezioni, su Amazon sono stati raggiunti prezzi assurdi!

I critici della Rete non si spiegano il successo e la frenesia nell’accaparrarsi l’ultimo pacco, attribuiscono tutto al marketing e al social media marketing di Ferrero e al brand intramontabile di Nutella…ma fermiamoci un attimo e ricordiamo: per i B-ready è stato anche così? A quanto sembra no…e perché?

Rimacinatino

Rimacinatino

Da consumatrice trentennale di Nutella per me “la morte sua” è spalmata su un “rimacinatino” caldo credo di avere voce in capitolo: ecco la mia ipotesi.

Prendere dei biscotti, spalmarli di Nutella e leccare l’eccesso sono una delle azioni maggiormente compiuti da noi veri estimatori del prodotto.

I Nutella Biscuits, quindi, rappresentano la materializzazione e l’esposizione al pubblico di un attimo di vero godimento che si è sempre compiuto nell’intimità delle nostre cucine italiane: adesso non dobbiamo più nasconderci.

Nutella ci ha visto, Nutella ci ha intercettato e fatto diventare realtà una delle nostre fantasie culinarie realizzate maldestramente a casa!