In una vecchia casa abbiamo trovato sotto un lenzuolo una collana di libri.
Una vera enciclopedia, della donna. Così si chiama , edita nel 1963.
Ha destato subito la mia curiosità, cominciando a sfogliarla però un senso di tristezza e inadeguatezza per la condizione della donna di quegli anni mi ha fatto davvero sentire fortunata ad essere nata adesso, anche se ancora siamo lontani dall’essere sullo stesso piano con l’uomo.
Da dove nasce l’idea di fare un enciclopedia della donna?
Come si può ghettizzare tanto la nostra figura fino ad arrivare a dedicarle addirittura una collana di libri?
All’ interno della quale soprattutto non sono stati trattati tutti gli argomenti dello scibile come è giusto che sia in un’ opera del genere.
Taglio, cucito, cucina, economia domenista, galateo, medicina casalinga (?) educazione civica: di questo si parla e andando avanti in tutti questi volumi ti viene in mente come poteva essere la donna di quel tempo.
Sicuramente ignorante, non per scelta sua ma per colpa della società che ci voleva così.
Le nozioni di storia presenti sono quelle che a noi abbiamo studiato alle elementari.
Andando avanti nelle pagine, tante, tantissime colpe anche stupide addossate a noi, come ad esempio l’onta del calzino bianco corto nell’uomo attribuibile solo alla madre, alla sorella o alla fidanzata.
Il sacrificio, altro argomento che viene trattato.
Penso alle mie nonne, anche a mia madre stessa e sapere che erano considerate così mi fa stringere il cuore.
Noi siamo altro.