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apeIl lavoro di fruttivendolo ambulante qui a Palermo, è uno dei più diffusi. Molti di essi non hanno un vero e proprio negozio, ma qualche cassetta di legno accatastata oppure un ‘ape piaggio, “u’ lapino”, con il quale di mattina raggiungono il mercato così da dislocarsi per le varie vie della città.

Noi, ne conosciamo diversi, che nel corso degli anni hanno reso più colorata la nostra tavola, ma uno in particolare, il Signor Michelangelo, ha aggiunto con le sue storie un tocco di agrodolce al nostro “raccolto”.

Una dei tanti racconti, che ancora mi fa riflettere sulla vita e sulle possibilità che ognuno di noi può avere in relazione al contesto in cui si nasce, è quello di una degli otto figli, la più grande.

Francesca, questo il suo nome, ha sempre aiutato il padre, sono ormai anni che quando guardo dalla finestra della mia camera da letto, la vedo sia che ci sia il sole o lo pioggia, lavorare.

Un’ estate di tanti anni fa, il padre ci ha raccontato che sua figlia stava da molto tempo con un costume conservato con cura nell’ ape, perché una delle loro clienti, una signora molto elegante le aveva promesso che un giorno di quella torrida stagione, l’avrebbe portata a mare.

Chissà cosa pensava e come sperava che ciò accadesse davvero, il mare così semplice da raggiungere per tutti i siciliani e così lontano per chi non può.

I giorni sono passati, le stagioni anche, Francesca si è sposata, è diventata mamma ma quella signora da lì non è più passata, lasciando quell’agrodolce dentro tutti noi.