Serena

Questo è il mio nome. Così i miei genitori hanno deciso di chiamarmi.

Mia madre racconta di avere scelto questo nome perché sperava fosse un augurio per una vita, appunto, “Serena”, mio padre, invece,  per nascondere timidamente l’emozione legata a questa scelta propone un’ altra versione: “Vicino alla clinica dove sei nata, racconta,  c’è una casa di cura che si chiama Villa Serena e non sapendo come chiamarti, ci siamo affacciati alla finestra e così leggendo, abbiamo deciso”.

Tra le due versione, adesso, non so quale scegliere, affidarmi ad augurio traballante o al caso?

Adoro in realtà il mio nome anche la sua ortografia e la fonetica mi piacciono, la “S” iniziale insieme alle due “e” seguite dalla “a” finale, è tutto aperto verso gli altri, come me.

Anche quando vengo appellata Sere, resto piacevolmente colpita: a chiamarmi così è mia sorella o molte delle mie amiche, se invece sento “Seri” so che girandomi troverò il viso o di mia madre o di una delle mie cugine, con cui sono cresciuta.

Ci sono anche delle note dolenti legate ai mio nome: il “fardello” che noi Serene abbiamo, spesso,  è quello di sentire rivolgere a noi sempre la stessa domanda: “ Serena di nome e di fatto”? con relativa variante più cattiva che recita così: “Serena  di nome o di fatto”?

Trentuno anni che sento questo interrogativo, fino a quando ho cominciato a chiedermelo pure io se lo fossi, o meno.

La risposta ancora non l’ho trovata, dovrei cercarla in maniera più profonda ma preferisco rimanga sopita nella mia mente.

So, per esperienza, che quando pronunciamo questo nostro “nome aggettivo”, magari conoscendo una nuova persona, abbiamo la capacità di fare scorrere davanti ai nostri occhi, in quei due secondi, quello che abbiamo dentro in ebollizione, pensando: “Serena un …, ma purtroppo mi chiamo così”!

Ho visto però, come nonostante tutto, chi  porti  il mio stesso nome, abbia una forza in più, spesso infatti viene  maledetto da noi stesse, nel silenzio di un nostro pensiero che non attraversa l’aria,  ma ci sprona ad andare avanti perché noi, crolli il mondo, siamo Serene.

Dedicato alle mie Serene