Quanto è bello vivere protetti come se fossi ancora nel grembo materno, sogni l’indipendenza della tua vita, il tuo sguardo che si fonde con un altro ma poi ti accorgi che dietro la schiena nascondi la mano che tiene stretto il cordone ombelicale. Ancora oggi gli anticorpi che popolano il tuo corpo sono quelli di tua madre.

Quando comincerai ad avere i tuoi?

La crisi economica, il clima italiano forse influenza questo modo di vivere o è una semplice scusa? Un modo per aggirare il problema?

Le tue radici sono difficili da estirpare? No.

Sei riuscito a vivere senza quello che credevi fosse la tua aria, il necessario. Ed invece cosa era? Altro da te.

Tutto è stranamente lontano oggi, ovattato nel dolore di una vita che non ti è mai appartenuta, era solo ombra, nuvola, fulmine, pioggia.

Se non vai avanti cosa succede? Sei protetto ma non giochi, guardi le altre persone divertirsi, sporcarsi. Tu resti pulito ma il tuo punteggio resta zero perché hai deciso di non giocare ed intanto il tempo a tua disposizione diminuisce, la clessidra che tanto ci piaceva da piccoli, fa cadere rovinosamente la sabbia al suo interno e nessuno potrà farla ripartire. Sembra assurdo, che non ti appartenga per sempre questa vita ma è così.

Spesso mi chiedo se non abbiamo già vissuto la morte, quando ancora non esistevamo, era come se fossimo già passati su questa terra, senza lasciare traccia però.

Non abbiamo però questa sensazione, ci sembra di esserci sempre stati e che ci saremo sempre. Grazie alla storia appresa abbiamo colmato il vuoto cosmico che portiamo come fardello alla nascita insieme al peccato originale, per chi ci crede.

Solo l’istinto ci viene dato, i geni ci danno quella memoria bestiale che non ci fa essere uomini, e allora smettiamo di vivere nel limbo della nostra vita e sporchiamoci.