Grazie al mio amore per la storia di Palermo, ho approfondito un racconto che spesso mia nonna mi narrava, durante i temporali, giusto per tranquillizzarmi!
La cronaca di quelle 48 ore di paura nella nostra Regione si trovano anche sul Giornale di Sicilia.
Si dice che le strade verso sera cominciarono a spopolarsi, come se già ci fosse il sentore, dopo due giorni di scirocco.
I fiumi rompono gli argini, le acque convogliate dal torrente Rigano e dal fiume Oreto straripano riversandovi in città, facendo salire l’acqua a diversi metri in pochissimo tempo. La città è inondata in ogni suo tratto nettamente divise in due punti alla destra e a sinistra della via Roma, insieme al corso Olivuzza, la via Papireto, la via passo di Rigano, la via Noce, l’Ucciardone, la via Candelai, la via Perpignano, Corso Pisani, la piazza S.Onofrio, la borgata di Altarello e Boccadifalco.
Chi abitava a piano terra è salito al primo, bisogna dare soccorso alle persone rimaste aggrappate alle ringhiere, sotto la furia dell’acqua.

Siamo nel 1931, le imbarcazioni che portano soccorso brancolano nel buio, anche nel corso Tukory lo spettacolo è simile.
Il vento e la violenza di questa alluvione alle ore 15 ha fatto crollare un tratto di muro soprastante la strada ferrata che dalla Stazione Centrale porta alla Stazione Lolli.  All’altezza della via Brasa si è prodotta una frana che ha fatto cedere i pali di sostegno dei fili elettrici del tram.
Nella villa d’Orleans il vento ha divelto una porta del muro di cinta e diversi alberi.
A Boccadifalco sono crollate due case ed è franato un tratto di strada, ,in via Roma è crollata la grossa gru per la costruzione del Palazzo delle Poste, danneggiando gravemente il palazzo di fronte.
Lo stabilimento editoriale Remo Sandron è stato totalmente allagato con danni inquantificabili, in Corso Alberto Amedeo è stata costruita una passerella con delle barche per permettere alle persone di passare. I danni in città sono stati molti ma altrettanti i feriti, circa una cinquantina di feriti e tre persone hanno perso la vita. 736 i millimetri di pioggia caduta su Palermo in quei giorni del 1931, ma a volte sembra che poco sia cambiato, la morfologia del nostro territorio, prova a riprendersi quello che gli appartiene anche oggi. non per cattiveria ma per natura.Nelle zone nere della cartina che ho allegato, affascina vedere come durante l’alluvione si sia riformata la Palermo originaria, come in un estremo tentativo di ritorno al nostro inizio.