Il 14 luglio apre Dimora Oz, uno laboratorio permanente di arti visive e performance. Il progetto nasce nelle stanze di Palazzo Barlotta, dove il mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e Alessandro Ala hanno messo a disposizione spazi progettuali elaborati dagli artisti; il primo è da sempre impegnato con progetti inerenti alla riqualificazione culturale attraverso il sostegno dell’arte e degli artisti. Il nucleo pulsante del progetto è l’area coworking, che accoglie al suo interno Andrea Kantos, Andrea Mineo, Alessandro Giglio, Claudia Di Gangi, Gandolfo Gabriele David, Nike Pirrone, Patrycja Stefanek, Valentina Parlato mentre sono previste per il 2014 collaborazioni con Federico Bonelli, Desideria Burgio, Vincenzo Amenduni, EdizioniPrecarie, Rizma.

Contemporaneamente all’apertura al pubblico Dimora Oz lancia il primo laboratorio annuale: Origini. Il laboratorio sarà una riflessione sui nodi causali dell’identità soggettiva e collettiva, determinata da pratiche e posizioni relazionali; una “radicalità” non intesa come sguardo al passato (cultura, stilemi o processi storici), ma come rivoluzione interiore nei processi causali che ci vedono connessi al mondo, e in qualche modo facendo si che quest’ultimo si riveli come spazio di consapevolezza. Il laboratorio Origini apre con la presentazione di sei lavori: Pezzi di Party di Alessandro Giglio, Axis Mundi di Gandolfo Gabriele David, Afford Dance di Claudia Di Gangi, Shockways di Patrycja Stefanek, In Your Future di Nike Pirrone e Nowadays, Palermo, 16 luglio 2014 di Valentina Parlato. Origini è un progetto sulle mitologie urbane e culturali, sullo stato precario delle cose e sulla volontà di portare avanti una riflessione artistica che non sia meramente autoreferenziale ma un’esperienza culturale di una comunità che ha necessità di risorse e suggestioni. Dimora Oz è un progetto di placemaking, si inserisce nella ricontestualizzazione degli spazi rendendoli centri culturali attivi e dinamici. La forma d’indagine sulle origini, spesso viene dirottata a senso unico sul passato, mentre Origini, nel senso di relazione, causalità e determinazione, apre aspetti sul presente e focus specifici su problemi e contesti attualissimi e reiterati.

Dimora OZ è un laboratorio interdisciplinare, diviso in spazi progettuali: Co­working, Spazio Performance, Black Room, Zona Expò, OZSelect e un laboratorio di Green Design (con un orto idroponico).

In Your Future di Nike Pirrone (Spazio Performance) ­ 14 Luglio, 18:00

All’ingresso dello spazio un piccolo testo introduce subito la cifra paradossale che Nike Pirrone usa per esplorare il sacro: “il Santo non soffre della peste, perché egli considera la peste come una peste, da ciò consegue che egli non soffre della peste” (Tao Tè Ching). Ribaltando il concetto che la liberazione sia esteriore (a opera di un Santo), da cui seguono sempre le origini di grandi miti Ad Personam/Sanctum e le creazioni di culti popolari fondati su responsi e direzioni, ll tableau vivant allestito per “Origini” si propone come l’immagine specchio della coscienza di chi lo osserva e della sua capacità di essere egli stesso l’artefice del proprio destino e lo scultore della propria realtà. Il pubblico è spettatore e performer insieme e viene invitato a cogliere il messaggio che il luogo ha selezionato per lui e a condividerlo con gli altri testimoni e membri della comunità.

Shockways di Patrycja Stefanek (Black Room) ­ 15 Luglio, 18:00

Patrycja Stefanek ha elaborato nei giorni del festino di Santa Rosalia, una performance che indaga l’origine di processi di comunità e la relazione col prossimo. Spostando i termini da fede in fiducia, e la storia di Santa Rosalia, la performance rielabora la caverna, il buio, l’affidarsi all’altro, come esperienza necessaria e la riapprorpiazione di spazi apotropaici personali. Il tempio è nel corpo, ma la luce del primo è nell’intelletto che sa estendere la propria umanità al prossimo e quindi alla collettività. La caverna di Santa Rosalia è uno spazio intimo, metaforico e il buio (deprivazione sensoriale della vista, del contesto uditivo o dell’incertezza del tatto) è un luogo non per perdersi, ma per ritrovarsi.

Nowadays, Palermo, 16 luglio 2014 di Valentina Parlato (Spazio Performance ) ­ 16 Luglio, 18:00

Nowadays, e’ una breve collezione di estratti dai lavori di Valentina Parlato. L’idea di proporre questi estratti nasce dal desiderio di restituire a Palermo ricerche individuali e collaborazioni con altri artisti (Lucia Di Pietro, Paola Stella Minni, Ola Osowicz, Fernando Belfiore, Il Pavone) avvenute durante gli anni di lontananza dalla città. I lavori in questione indagano il potenziale politico del corpo, tramite un allenamento performativo volto a svilupparne prima la sensibilita’, poi la creativita’ e quindi la possibilita’ di agire come elemento socialmente sovversivo.

Afford Dance di Claudia Di Gangi (Co­working) ­ 17 Luglio, 18:00

La performance prende il nome dal termine affordances, elaborato da James Gibson quale qualità di percorrenza e manipolabilità di uno spazio. Nella prima parte Claudia Di Gangi esplorerà lo spazio in quanto luogo originario, chiuso e indistinto. La performance continuerà sviluppando il nesso di identità e affrancamento, come una separazione fra soggetto e luogo. Afford Dance riflette su questo dramma originario ponendo nell’ultima parte della performance la soluzione fra identità e luogo, offerta da un nuova relazione: l’empatia. Il contesto e gli spettatori non sono più parte inattiva, ma verranno invitati attraverso l’interpretazione contemporanea di un atto conviviale, l’antico rituale cinese del gong fu cha. Ventidue tazze (il numero degli arcani maggiori) chiuderanno la performance, venti per il rito del tè a disposizione degli spettatori e chiamati attraverso lo sguardo della performer, e due bicchierini (il matto 0 e il mondo 21) contenenti alcol, che in qualche modo simboleggiano i due estremi dell’afforddance (contesto/percorso e soggetto/percorrente)

Axis Mundi di Gandolfo Gabriele David (Zona Expo) 15­17 Luglio ­ 10:00 alle 19:00

Partendo dalle suggestioni di antichi riti siciliani (processione del Cristo delle fasce e il ballo della Cordella) e di archetipi architettonici (tee pee indiano e l’omphalos occidentale) Gandolfo Gabriele David realizza una piccola architettura contemplativa capace di raccordate cielo e terra: Axis mundi.

L’installazione estrinseca una struttura radiale che suggerisce traiettorie formali legate alle proprie origini (il centro, la casa, la comunità) e le forze primordiali della natura. Axis Mundi pone l’uomo al proprio centro, ma non come figura preminente (“soggetto” filosofico per eccellenza o punto di vista rinascimentale/antropocentrico); il centro in questo caso rimanda all’uomo come parte del tutto. Il suo abitare la terra è la consapevolezza di essere pari con tutti gli esseri viventi. Partendo proprio da questa riconnessione Axis Mundi apre direzioni metafisiche e nuovi ambiti percettivi in cui riscoprire la propria partecipazione alla natura.

Pezzi di Parti di Alessandro Giglio (Zona Expo) 15­17 Luglio ­ 10:00 alle 19:00

Alessandro Giglio crea la sua personale Wunder Kammer in Box, e proprio per contenere e preservare i suoi mirabilia fondamentali ha creato una scatola nera il cui unico accesso e visualizzazione avviene tramite una webcam. In questo caso l’accessorio (monitor, webcam, contenitore) diventa filtro essenziale per una materia delicata, quella di una mappatura personale tramite oggetti feticcio che in qualche modo hanno creato l’origine di una propria mitografia personale.

ll progetto è supportato da Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, da sempre impegnato nel sostegno dell’arte, degli artisti attraverso il Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese di Roma, del MAB Museo all’aperto Bilotti di Cosenza, del Museo Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona di Rende (Cosenza).