Un approccio che non mi è mai piaciuto con i bambini, quando si dialoga con loro, è quello di edulcorare troppo un contenuto senza spiegargli in maniera semplificata cosa sia in realtà.

Molte persone, svogliatamente, rispondono ai dubbi con il silenzio o con un niente oppure quasi prendendoli in giro, come se il bambino non avesse le capacità per capire o percepire.

La possibilità data alla specie umana di potere trasmettere, oltre che con il DNA, con la parola non può e non deve avere un approccio così superficiale, soprattutto se a parlare è un adulto ad un piccolo.

Così più di una volta, in quest’ultimo periodo mi sono soffermata a parlare con il figlio di un mio amico che non avrà più di dieci anni, lui fa tantissime domande, ed io gli rispondo, come è giusto che sia, tra i tanti discorsi che facciamo, mi ha sentito tante volte parlare di stereotipo di genere, inizialmente non sapeva cosa fosse ma piano piano ormai siamo quasi allo stesso livello!

L’altro giorno, ci siamo visti, ancora una volta, era quasi agitato perché doveva subito dirmi una cosa, aveva letto al supermercato: “Sei stanca di fare la spesa? Te la portiamo a casa”, io stessa all’inizio non avevo capito, credevo mi volesse parlare della spesa online, tanto che mi ha ribadito, alzando la voce: “STANCA! Perché devono dare per scontato che a fare la spesa sia una donna?”

Io, secondo di silenzio e quasi piangevo dalla commozione! Vedere crescere in un bimbo di dieci anni questa sensibilità mi ha fatto ben sperare in un futuro migliore, fatto di pari opportunità e pochi stereotipi ma dobbiamo impegnarci tutti.

Oggi me ne ha raccontato un’altra: la maestra gli ha fatto alcuni esempi sull’utilizzo di alcuni elettrodomestici ed è uscita la mitica frase: “la mamma stira le camicie”.

Mi ha detto di avere detto avere alzato il dito e di averle detto: “Perché deve essere la mamma a stirare, non può farlo papà?”