C’è un’isola nel centro mediterraneo che è stata ed è ancora l’incrocio e la culla di culture che hanno formato il nostro popolo e non solo. In quest’isola vive un sindaco che da una piccola piazza, quella del palazzo di città, riesce a risuonare per tutta l’Italia scomodando vice-premier e ministri, costringendoli a parlarne, a parlare di lui, a seguirlo, anzi di inseguirlo ma lui corre più veloce, nonostante di primavere sulle spalle ne abbia molte più di loro.  

Fermatevi un attimo a riflettere su quali siano le cose che si inseguono nella vita: un sogno, un desiderio, un bel voto a scuola, qualcuno che arriva sempre primo e voi eterni secondi.

Deve essere brutto vedersi strappare la scena nazionale da un sindaco, dopo che si è fatto di tutto per essere sempre in prima pagina parlando di “buonsenso” e “onestà” distorcendo poi nei fatti la realtà delle proprie azioni.

Stamattina eravamo in piazza a sostenere “Luca” e i diritti di tutte e tutti e voglio sottolineare che la nostra presenza era anche per il papà di Palermo, perché sono stanca di leggere, su Facebook e in altri luoghi virtuali, opinioni contro Orlando con la solita retorica della “munnizza”, del “sindaco lo sa fare” o di tutti gli altri luoghi comuni che affollano le menti dei cittadini palermitani: gli stessi che hanno affidato il Paese allo scempio che vediamo ogni giorno nell’agone politico.

L’isola è la Sicilia, la città è Palermo e il sindaco è Leoluca Orlando.