L’OMS, l’ONU per i diritti umani e l’ONU Women hanno rilasciato oggi una dichiarazione che chiede l’eliminazione dei cosiddetti “test della verginità”. Il “test della verginità”  è un’ispezione degli organi genitali femminili per determinare se una donna o una ragazza ha avuto rapporti vaginali.

Nessuna base scientifica
Il “test della verginità” non ha alcuna base scientifica o clinica. Non esiste un esame che possa provare che una ragazza o una donna ha avuto rapporti sessuali e l’aspetto dell’imene della ragazza o della donna non può provare se hanno avuto rapporti sessuali, se sono sessualmente attivi o meno.

Violazione dei diritti umani
Il “test della verginità” è una violazione dei diritti umani delle ragazze e delle donne, e può essere dannoso per il benessere fisico, psicologico e sociale di donne e ragazze. Il “test della verginità” rafforza le nozioni stereotipate di sessualità femminile e di disuguaglianza di genere. L’esame può essere doloroso, umiliante e traumatico. Dato che queste procedure sono inutili e potenzialmente dannose, non è etico per i medici o altri operatori sanitari sottoporle. Tali procedure non devono mai essere eseguite.

In molti ambienti tali test sono considerati parte della valutazione delle sopravvissute allo stupro. Questo non è necessario, e può causare dolore e imitare l’atto originale di violenza sessuale, esacerbando il senso di svuotamento delle sopravvissute e causare una nuova vittimizzazione. Il risultato di questo test non scientifico può avere un impatto sui procedimenti giudiziari, spesso a scapito delle vittime e a favore degli autori di tali reati, che a volte portano alla loro assoluzione.

Inoltre, le donne detenute sono esposte a maggiori rischi di abusi e maltrattamenti, compresi gli esami di verginità forzata. I test di verginità sono comuni, intimidatori e umilianti; violano il diritto delle donne alla privacy e all’integrità fisica e le privano ulteriormente di potere. Quando viene eseguito su donne arrestate per protestare o altre forme di attivismo politico, gli esami di verginità forzata perpetuano un clima di paura e intimidazione che impedisce alle donne di esercitare i loro diritti.

Di qualche giorno fa l’articolo sul New York Times: un famoso rapper americano T.I. allinterno di un podcast ha raccontato di come abbia fatto sottoporre sua figlia, più volte, nel corso degli anni a questo inutile test.

T.I. è americano, non pensiamo quindi che questa pratica appartenga soltanto a Paesi che riteniamo poco evoluti culturalmente, anche se sappiamo bene come negli USA, in alcuni Stati, i diritti delle donne vengano calpestati.  Oltre agli Stati Uniti abbiamo: Afghanistan, Bangladesh, Egitto, India, Indonesia, Iran, Giordania, Palestina, Sudafrica, Sri Lanka, Swaziland, Turchia, Uganda, Marocco, Brasile, Libia e Giamaica.

Ricordiamo, oltre alle dichiarazioni scientifiche anche l’articolo di Giulia Siviero, che vi consiglio di leggere,  Tutto quello che sapete sull’imene è falso: “Dato che l’imene non è una membrana che ottura la vagina, non è nemmeno qualcosa che si può rompere la prima volta che la vagina viene penetrata. L’imene è appunto una corona, un ripiegamento di tessuti che nella maggior parte dei casi presenta almeno un’apertura. Non può dunque essere strappato né da un pene, né da un assorbente interno, né da un dito, né da qualsiasi altra cosa.”

 

Non possiamo fare un passo in avanti e tre indietro: ne va del futuro di tutte le donne di oggi e di domani.