La Regione Siciliana, nello specifico l’Assessorato alla Salute, vuole informare le donne sulle quantità di alcol “corrette” per il genere femminile, per farlo veicola l’informazione attraverso questa immagine.

La grafica viene ritirata dai Social e dal sito in giornata, perché immediatamente l’unico messaggio che viene recepito è il solito triste sessismo relativo al corpo della donna: un disegno di una scollatura profonda in abito rosso, con un’allusione a due bicchieri di vino che oltretutto sembrano immortalati nel gesto legato al brindisi.

Se si deve bere meno perché si brinda? Forse è il famigerato bicchiere della staffa?

Oggi la situazione è peggiorata per l’assessorato ma direi per tutta la Regione Siciliana, la notizia ha avuto eco nazionale, anche grazie al comunicato della Fondazione Marisa Bellisario – Delegazione Sicilia, analizzando il disegno poi si è scoperto che la testa è un plagio della copertina dell’album: “Acoustic” di Alicia Paige.

Claudio Fava ha depositato, qualche minuto fa, una interrogazione parlamentare all’Ars nella quale chiede: “Quanto costa, chi l’ha autorizzata e come è stato scelto chi ha curato la “creatività” della campagna di comunicazione istituzionale della Regione Siciliana contro l’abuso di alcool, ritirata dal web poche ore dopo la pubblicazione perché accusata da più parti di essere sessista e volgare?

Il deputato chiede quale sia il costo complessivo delle campagne di promozione e quello specifico della gestione del sito costruiresalute.it e delle collegate pagine Social; quale sia, e con che modalità sia stata selezionata, la struttura incaricata della creazione dei contenuti visivi per le campagne di sensibilizzazione promosse dall’assessorato. Inoltre si chiede se i contenuti visivi siano stati valutati ed eventualmente autorizzati dall’Assessore o da un suo delegato.

Le mie riflessioni sono principalmente due: la prima riguarda i commenti su Facebook: moltissimi scrivono che è colpa del famigerato “cugino”, quello che costa poco ma del quale ti devi accontentare.

Il mio pensiero invece è opposto, io credo, e spero che l’interrogazione di Fava posso fare luce, che il lavoro ha seguito un iter corretto e sia stato realizzato da un professionista retribuito, con fondi pubblici, per il suo lavoro.

La seconda riflessione, seconda non in ordine di importanza, chiarisce ancora una volta la posizione della Regione Siciliana nei confronti delle donne e rende ancora più brutalmente chiara la recente dichiarazione, dicembre 2019, del presidente Musumeci sulla diatriba con Margherita Ferro relativa alla sindaca di Augusta: “Stigmatizzo e dissento dalle dichiarazioni della consigliera di parità della Regione siciliana, Margherita Ferro, per un intervento assolutamente inopportuno e inappropriato, oltre che privo di qualsiasi fondamento giuridico. La coniugazione al femminile di una carica istituzionale, infatti, appartiene esclusivamente alla libera autonomia di chi la ricopre. Ritengo che la consigliera di parità, che conosco e apprezzo da tempo – continua il governatore – dovrebbe occuparsi di ben altri problemi, invece che richiamare, senza averne titolo, un sindaco eletto direttamente dal popolo, cedendo cosi a un integralismo linguistico che non aiuta certo a migliorare le condizioni di disparità delle donne in Sicilia” .

Se chi governa la pensa così, cosa possiamo aspettarci dai suoi assessori?

…e anche questa volta: “Lo stereotipo è negli occhi di chi guarda…“, no? Così come mi hanno replicato, giusto qualche mese fa.