The Politician può dare ripetizioni a chi fa, a modo suo, campagne elettorali
Nelle ultime due settimane ho guardato su Netflix una serie di cui avevo sentito parlare: The Politician.
The Politician ha come protagonista Payton Hobart, uno studente al liceo di Santa Barbara Saint Sebastian High School appassionato di politica. La sua ambizione è quella di diventare Presidente degli Stati Uniti. Alla Saint Sebastian High School si candida come Presidente del Consiglio Studentesco, primo importante step per entrare in politica. Inizia qui la sua campagna elettorale: campagna che da osservatrice tecnica mi ha fatto pensare a quanta approssimazione ho visto in questi quasi dieci anni di attività nello stesso ambito.
A chi prova a “giocare” con i Social Media, con i sondaggi, sulle cose da dire al momento giusto per cavalcare l’onda invece di farsi travolgere, consiglio davvero di guardare questa serie perché può essere istruttiva.
The Politician aprirà gli occhi e la mente su tanti aspetti a chi per pigrizia, tirchieria, approssimazione, incompetenza, superbia…(continuo?) tralascia, aspetti fondamentali che una volta sfuggiti di mano, saranno impossibili da riacciuffare, andando verso una deriva abitata da una percentuale bassa di voti.
Già, un ragazzo del liceo insegnerà, nel bene e nel male, cosa fare e non, mostrando anche i suoi errori. Sbagli che in una campagna elettorale vanno sempre fatti notare. : chi abbassa sempre la testa per non inimicarsi il “datore di lavoro” non fa altro che dargli una mano a rovinare tutto il lavoro compiuto fino a quel momento. Una piccola ferita all’ego non scalfirà la tempra, necessaria, nè il posto di lavoro di nessuno.
A proposito, dal 19 giugno arriva la seconda stagione, stavolta ci si candida al Senato.