Poco dopo le loro prime dosi di vaccino

Ieri 10 aprile mia madre ha fatto la seconda e ultima dose del vaccino Pfizer contro il Covid 19, mio padre ha fatto la prima inaugurando, praticamente, la campagna vaccinale per “persone comuni” il 20 febbraio 2021, a Palermo, in Sicilia.

Della Regione Siciliana apprezzo l’umiltà di avere fatto un passo indietro e avere deciso di affidarsi alla piattoforma nazionale messa su da Poste Italiane, non oso pensare a come sarebbe finita se l’Assessorato alla Salute avesse dovuto creare ex-novo un luogo virtuale dove prenotarsi, diciamo che per clic day le nostre istituzioni locali sono abbastanza famose per i flop. Da tecnica mi chiedo, forse trovo anche una risposta, perchè invitare la popolazione a visitare un altro sito per la prenotazione del vaccino: passaggio superfluo e inutile. Sappiamo bene, noi che ci intendiamo di web, come l’utente debba essere portato con chiari e pochi, pochissimi passaggi alla conversione: la prenotazione del vaccino. Mi riferisco alla finta “preselezione” disponibile su Sicilia Corona Virus, dove è (era) disponibile una serie di immaginette con dei personaggi: over 80, Fragili, personale sanitario, cliccandole si va sul portale di Poste, l’unico valido per la Sicilia dove a fare fede è semplicemente il tuo codice fiscale e il numero della tessera sanitaria.

Durante le mie sei file (due per la mamma sono andate a vuoto) molte persone anziane e non dicevano agli operatori di avere già fatto la scelta sul sito per la loro categoria di appartenenza, ma purtroppo non era così. Il 15 marzo, giorno della sospensione dell’AstraZeneca ero in Fiera, nell’hub vaccinale di Palermo, un medico insisteva dicendomi che avrei dovuto inserire mia madre sul sito siciliano cliccando sul “disegnino“. Non gli ho detto ok, gli ho spiegato come stavano le cose: su quella immagine c’era il link che portava alla vera prenotazione, insomma possiamo paragonarlo a un un banalissimo risultato di ricerca su Google.

Tornando alla riflessione principale dalla quale è nata l’esigenza di scrivere questo post: papà e mamma sono vaccinati. Questa volta con poca umiltà devo ringraziare me stessa, la mia testardaggine, la mia caparbietà e la mia velocità nel prenotare, il mio incaponirmi a restare in fila nonostante tutte le avversità come la pioggia, il freddo, il vento, la disorganizzazione, l’arroganza, l’atteggiamento di sfida. Modi di fare sbagliati verso chi ha bisogno di essere accolto, in luogo dove da piccola mi divertivo, da grande realizzavo bellissime cose come Startup Weekend, da mamma dei miei genitori è diventato un luogo di speranza tanto da farmi venire i brividi e riempire gli occhi di lacrime.