pensieri2qk9Forse è solo colpa dell’essere legati troppo ai ricordi e alle tue radici anche se non lo vai sbandierando ad  ogni minima occasione, perché non si esiste solo se si appare.
Mi è capitato di attraversare una strada violentata, brulla, disabitata agli occhi di tutti ma ai miei come un fascio nervoso scoperto, come una mal di denti, che ti annienta.
Mi è bastato guardare una saracinesca sgangherata per lasciare riaffiorare certi sapori, alcuni odori ed alcuni visi, nascosti nella memoria, che da piccoli sono capaci di rappresentare il tuo microcosmo.
Bastava percorrere pochi metri in macchina, guidata da papà, citofonare, giocare con qualche lira in tasca che risuonava nelle tasche ma che poteva darti l’indipendenza di cui avevi bisogni in quei momenti.
Cosa succede poi?
 Il tuo piccolo mondo si trasforma in qualcosa di enorme che ti sembra sfuggire di mano come sabbia. Cambia tutto, tu cresci, invecchi insieme ai tuoi cari, e ti trovi dentro a questo vortice che spesso non sei capace di gestire e ti capita di scegliere la carta dell’immobilità che in fondo non serve, perché tutto scorre.
Basta una piccola traversa a farti ricadere in quei ricordi che sono i tuoi pilastri, alcuni sono grandissimi altri piccoli perché chi gestisce il cantiere a volte decide che non è l’altezza a farlo grande.
Io ci provo, mi arrampico, li coccolo nei miei pensieri e nei miei ricordi, sperando che anche loro possano darmi la forza di fare ripartire quel mio pendolo che si è fermato senza una ragione apparente.