Si svolse un concerto, in passato, in cui tutti i membri dell’orchestra suonavano armonicamente ma tra gli archi c’era una viola che al posto delle corde aveva delle fibre nervose, suonate distrattamente da un violinista che non riusciva più a seguire bene il suo spartito.

Arrivò però il momento in cui lo strumento stesso si arrese desiderando che l’insieme di note stonate che ormai produceva, sommessamente, tacessero.

Perché semplicemente è giusto così.

Ogni strumento ha bisogno del suo musicista e viceversa ma se una corda si rompe o uno spartito si strappa, non si può rimanere inermi o lontani da quello che è diventato un prolungamento dell’anima, un tempo nutrita della loro sinergia. Bisogna reagire prima che gli altri membri dell’orchestra ti lascino indietro con il tuo strumento con le corde lese.

Non c’è violinista senza la sua viola o una viola senza il suo violinista ma la loro musica deve essere ancora quella che rendeva il loro incontro magico.