26 Aprile 2011 – Quest’anno per scrivere quello che state per leggere ho attinto tra i ricordi, guardando delle foto o leggendo quello che già in passato avevo annodato alla rete nel giorno del mio compleanno. Oggi dovrebbe essere una giornata speciale, che arriva dopo almeno trenta giorni di travaglio interiore in cui ho guardato, come se fosse stato uno stillicidio, i giorni che passavano sul calendario.

Dagli anni precedenti è venuta fuori una Serena che sognava ma soprattutto pensava, tanto. Tutto questo permane ancora insieme alle sue certezze, del resto è sempre la stessa persona, chi mi conosce e vive lo sa bene. È sempre di più quella donna che per un principio nel quale crede è disposta a perdere tutto, rigida, precisa e poco propensa a cambiare opinione dopo averne già una, per compiacere gli altri o se stessa nella peggiore delle ipotesi.

Questa testarda che oggi compie trentadue anni a compromessi non sa scendere, preferisce spezzarsi che piegarsi sia nella vita di ogni giorno, che in quella professionale. Ha scoperto di essere orgogliosa o forse di amare se stessa più di quanto credesse in passato, oggi sa ascoltarsi e rispettarsi e altre volte ancora sentire e fingere di non percepire nulla, come un neurone segue la “legge del tutto o nulla”: resta inerme davanti a uno stimolo incapace di arrivare alla soglia da cui possa partire l’impulso nervoso.

Forse sbaglia, anzi sicuramente lo fa ma non riesce a snaturarsi, e crescendo sente che certe asperità si acuiscono e a volte graffiano come le unghie di un gatto sulla pelle di uomo.

La persona che si delinea oggi è frutto, come tutti, della propria indole, dalle esperienze, e dalle figure importanti della sua vita, come il suo ‘900. Grazie a questi ingredienti non ha mai pensato, tra le tante cose, che una donna potesse essere inferiore o diversa da un uomo, crede che all’interno di ogni figura femminile ci sia una piccola miccia pronta a brillare, come quella di sua madre che ha lavorato per più di trent’anni insegnando a leggere e a scrivere non solo i libri e i quaderni a tanti bambini, adesso uomini. Se sua sorella e lei sono due anime “ribelli”, lontane da certi schemi e pregiudizi lo devono alla loro mamma.

In questa tela appena schizzata s’impastano però altri colori più vivaci, tranquilli e sereni che le ricordano ogni giorno chi è, cosa vuole essere del perché di certe scelte fatte: una su tutte la biologia, (la storia infinita) che è tornata violentemente dentro di lei, alla quale è legata visceralmente partendo dal significato più profondo di “bioς”, impresso nel suo cuore.

Forse i dubbi sull’esistenza terrena, del perché si nasca e la conoscenza di certi personaggi della letteratura l’hanno indirizzata verso il volere studiare ogni forma vivente nell’intimo, per capire e sapere cosa ci sia dietro, anche alla sua stessa creazione trentadue anni e nove mesi fa.

Oggi vedo questo guardando la mia anima allo specchio, anche se alcune parti sono in ombra, altre nascoste, ma mi auguro, visto che è il mio compleanno, di continuare così, cercando di sbagliare meno.