Fra la Rocca e la città c’erano solo pochi chilometri, quanti non lo so, non era facile contarli, mentre si scendeva in tram per l’inflessibile via Calatafimi, così in fretta, quasi ad ogni isolato si seguivano le fermate. La più comoda era qualche metro più giù dall’ingresso grande, sotto una tettoia di eternit che ci ospitava in attesa, imbottiti di maglie o scamiciati, col mutare delle stagioni, ma impazienti sempre di imbarcarci per la nostra saltuaria Citera. Si scostano un poco, senza farlo parere, i viaggiatori abituali, nell’apparire del nostro drappello di lazzaroni cupidi e ossuti.” (Diceria dell’untore – G.Bufalino).

Ormai è già storia: depennato il progetto del Tram in corso Calatami, un vero peccato: oltre alla nostalgia c’era anche l’esigenza di un collegamento veloce tra Piazza Indipendenza e la vicinissima Monreale con il suo patrimonio Unesco.

Ad oggi la Linea 4 è l’unica lontana testimone del passato sullo “Stradone di Mezzomonreale”, perché per qualche istante, dopo avere raggiunto la fermata Pollaci fa inversione su Corso Calatafimi, sul ponte, per poi tornare nuovamente su Viale della Regione Siciliana. Tutte le volte che sono lì, immagino o forse sogno (diverse volte l’ho davvero sognato) che possa continuare dritto invece di girare ma non è così, qualche frazione di secondo e tutto si trova alle mie spalle.

Quindi mi chiedo e chiedo a chi può decidere queste cose, se in ricordo del “Tramways” si potesse creare una fermata “virtuale” in suo ricordo sul Ponte Calatafimi, perché la storia non si cancella: facciamo ricongiungere “Tramways” con “Bombardier”, passato e futuro, nonno e nipote finalmente insieme.