Come funzionano le vacanze di Natale quando sei un cervello – e un corpo – che ha deciso di restare a Palermo?

Funzionano, meglio, se hai un’agenda perché dovrai incastrare i pochi giorni a disposizione di tua sorella, di tuo fratello, della tua amica, del tuo migliore amico, della cugina, dello zio più varie ed eventuali.

I giorni a disposizione sono pochi, anche perché spesso parliamo di famiglie che devono lottare con le ferie ma soprattutto con i prezzi dei voli, soprattutto quelli nazionali; come se si dovesse pagare la colpa di essere andati via da una città che offre poco o niente.

Non dimentichiamo lo studio pubblicato ad ottobre in occasione della settimana delle Regioni UE, nel quale Palermo è praticamente ultima per qualità della vita, avevamo forse bisogno di uno studio? No, noi palermitani no.

Come ci si organizza allora tra parenti e amici? Inizia il balletto delle date, anche perché i giorni a disposizione sono pochi, tra le feste obbligate e partenze nei giorni “low cost” , il tempo stringe. Io ad esempio, un paio di volte per riuscire a incontrare con il mio caro Gianpiero abbiamo organizzato “un evento mobile”: ci siamo visti all’aeroporto, cioè sono andata a prenderlo: scelta pratica.

Quali altre alternative possibili? Accorpare gruppi di amici differenti di uno o di un’altra, merende, cioccolate calde, una pezzo da Ganci per riempire quella fame atavica che si riesce ad avere la sera dopo il pranzo di Natale.

E a casa cosa succede? La casa si trasforma con i bambini: i nipoti del nord visti solitamente in 2D, adesso sono dal vivo, poi anche loro partono, dopo un attimo ti ritrovi in silenzio, da sola con mamma e papà, si fa tardi, vai via anche tu, – con il magone – anche se vivi a Palermo, vicino.

Questo è quello che è successo negli ultimi vent’anni della mia vita praticamente, questo Natale 2020 sapremo bene sarà diverso, di uguale ci sono rimasti gli addobbi degli anni precedenti. Come ci si organizza quindi? Niente agende, niente appuntamenti, niente confusione, niente, aspettiamo soltanto brindare quando i nostri genitori avranno il vaccino.