Stamattina sono stata a mare con una mia amica di infanzia, una di quelle con cui passi ogni estate, quando sei una bambina, ed i tuoi genitori ti portano a fare le vacanze, lontano dalla tua città natale.

Una di quelle amiche con cui ti promettevi che ogni inverno sarebbe stato diverso e che vi sareste incontrate, nonostante nessuna delle due potesse in realtà realizzarlo ed ogni anno passava in attesa di un’ altra estate con altri pomeriggi assolati, sudati, sulle bicliette a sognare magari quello che abbiamo fatto oggi: andare da sole a mare, ascoltare le onde che si infrangono,  masticare sabbia ma riuscire anche a sorridere.

Di anni, ne sono passati quasi venti, da quei pomeriggi che continuano ad essere caldi, sudati e con, per quello che mi riguarda, ancora qualche sogno da realizzare sulle punta delle mie dita scivolose, ma Angela si chiama così, è sempre la stessa bambina che mi sa porgere la mano se cado dalla bicicletta.