ancora nave VoltaQuesta storia a Palermo non sono in molti a conoscerla, forse perché sono passati tanti anni o forse più semplicemente ormai la guerra è uno spettacolo che si guarda a pranzo o a cena in TV, i rumori che accompagnano le immagini si confondono con quello delle posate e dei piatti della nostra scontata tavola piena di cibo.
Durante il secondo conflitto mondiale invece era la nostra città ad essere la protagonista di quelle immagini che oggi guardiamo con noia e distacco.
I miei fratelli ed io conosciamo questi racconti sulla guerra molto bene, mia nonna e mio padre l’hanno vissuta,  il secondo di più, era un bambino. Aveva cinque anni quando il 22 Marzo 1943 alle 15.45  esplose la nave Volta carica di munizioni al porto, disintegrandosi, il fumo arrivò ad una altezza di 4500 metri, bombardata da un’incursione aerea che aveva già creato un inferno sulla città.
Il bollettino fu pesantissimo, una grandissima parte di Palermo fu devastata, i morti furuno 38 ed i feriti 184, mio padre si trovava in via La Mantia, per strada con il suo amichetto Paolo che perse la vita.
Oltre alle esplosioni ad arrivare sulle persone e sulle abitazioni c’erano anche delle parti della nave, una di queste del peso di sei quintali colpì la Banca d’Italia, che dista 800 metri dal porto, entrando dal tetto. Insieme a queste arrivò anche il fusto dell’ancora della nave Volta, quest’ultima protagonista spesso dei racconti a noi fatti.
Sabato scorso sono andata a vederla, direi quasi a trovarla, grazie ad un libro “Bombe su Palermo” ho scoperto dove fosse custodita, sapevamo fosse ancora in via Cavour ma era rimasta lì fino al 1946.
Si trova invece alla Caserma “Ignazio Caramanna”, è questa che vedete in foto, è stata una emozione vederla.
Grazie, sempre, ai Vigili del Fuoco che mi hanno permesso di “incontrarla”.
 
 

 

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