Ieri è stata una mattina intensa, piena di belle sensazioni, perché anche se forse non tutti ancora ci credono la politica è bella e riesce a trasmettere delle sane emozioni.

Siamo stati ospiti dell’Istituto Penale Minorile del Malaspina, insieme al Presidente della Camera Laura Boldrini, è stata lei a decidere di esserci, dopo avere ricevuto una lettera dai ragazzi presenti nella struttura.

Ho avuto il piacere, grande, di scoprire che la terza carica dello Stato è semplicemente “Laura”, così come si presentava ai ragazzi nel bellissimo giardino che loro stessi hanno imparato a curare, abbiamo fatto un percorso interno nei meandri del Malaspina per noi sullo stesso piano ma in realtà enormemente in salita per chi lì ci vive ogni giorno.

Tanti ragazzi, teneri, davvero, indifesi e impauriti di quello li aspetta una volta usciti, una volta liberi, una volta “espiata la pena”, come ha detto uno di loro, è bastato il verbo “espiare” per fare avere a tutti noi un sobbalzo, un battito aritmico, un tuffo profondo nelle spire del vortice che lo compongono: “e – s – p – i – a – t – a ” . Questo per tutti noi è stato il momento in cui abbiamo condiviso un’emozione.

Laura Boldrini, come una brava insegnante ha spiegato come la loro paura possa essere mitigata dall’impegno che giorno dopo giorno, sta crescendo dentro di essi, attraverso le competenze che stanno apprendendo: dalla cucina al teatro, alla scuola di nuoto, possano essere l’alternativa da seguire per non commettere più errori, come quelli che li hanno portarti lì dentro.

Vivere al Malaspina non deve essere semplicemente un momento di punizione, una capsula a tempo dalla quale uscire uguali a come si era entrati ma un percorso di rieducazione che possa fare vincere sia i ragazzi che lo Stato che investe ogni giorno, attraverso tutte le persone, che lavorano ogni giorno nell’Istituto.