Forse sono l’ultima persona che ne dovrebbe parlare.

Ho messo un punto così grande in questa storia da definirla: la mia vita precedente.

A distanza di dieci anni, con una pandemia di fronte, sento l’esigenza di scrivere una riflessione.

C’è stato un tempo nel quale sono stata accanto, sono stata vicino, ho appreso tanto, ho capito altrettanto, ho compreso la stanchezza, ho seguito un calendario che non aveva la domenica, che non aveva Natale, che non avevano notti e neanche giorni susseguenti, era giusto che fosse così.


Premessa: il virus responsabile della Covid 19 può causare una polmonite interstiziale, tanto grave da dovere avere bisogno di una assistenza meccanica per respirare, da qui la necessità di avere un posto in Rianimazione.

Quando sento la parola “Rianimazione” immagino solo il suono del silenzio interrotto da quello delle macchine che seguono la vita del paziente nel Limbo nel quale, a suo malgrado, è stato confinato. Un luogo abolito dalla Chiesa ma non dai reparti ospedalieri, anche se a dirla tutta qui spesso provano a tirarti fuori dall’Inferno, anche se ci sei finito senza avere commesso nessun peccato.

Per chi attende fuori invece è una porta chiusa che una volta al giorno si apre per ricevere i parenti, poche visite e poco tempo per guardare, spesso, un corpo trasformato tenuto in vita da strumenti meccanici manovrati da donne e uomini sapienti.

Oggi l’Italia scopre il lavoro immane che fanno i rianimatori, forse troppo tardi? Chiamati anche anestesisti rianimatori, a proposito di anestesia, qualcuno di voi ha mai ringraziato l’anestesista per averlo tenuto in vita durante un intervento? Probabilmente no, i ringraziamenti sono solitamente per il chirurgo che ha realizzato l’operazione. State certi però che a vegliare su di voi c’era proprio questa figura sanitaria e soprattutto nel caso di una complicazione sarebbe stato lei o lui a mettere in atto la rianimazione.

Pensate ad esempio cosa debba essere un lavoro di anestesia durante un intervento complesso come un trapianto di cuore.

A voi sembra che stiano facendo qualcosa di straordinario, ma in realtà è il loro quotidiano ad esserlo, tanto da permettergli di lavorare così.


Mi raccomando, restate a casa e stiamo distanza per non ospitare dentro di noi un virus a cui piacciono troppo le rianimazioni!!!

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